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La Preservazione Divina della Sunnah (2 di 7): La Registrazione del Hadiith

 

 

Descrizione: La seguente serie di articoli illustra i mezzi utilizzati nel corso della storia per garantire che la Sunnah, o insegnamenti del Profeta Muhammadr , rimanesse autenticamente conservata e priva di alterazioni e interpolazioni.

Fonte: Jamaal al-Din Zarabozo, IslamReligion.com)

Seconda Parte: I detti (gli ahadith) del Profeta (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) sono stati scritti durante la sua vita e immediatamente dopo la sua morte?


Prima di aprire l’argomento, è bene ricordare che la conservazione di un qualcosa non ha come condizione necessaria che venga registrato o scritto. Ciò per il semplice fatto che se qualcosa non è stata scritta, non significa necessariamente che non sia stata accuratamente e correttamente conservata. Inoltre, la scrittura, di per sé, non è sufficiente per la conservazione di qualcosa. È possibile che qualcosa sia registrato in modo errato.


Entrambi questi punti sono stati debitamente presi in considerazione dagli studiosi del hadith, i quali non hanno, infatti, richiesto che un hadith sia stato scritto per essere accettato, nonostante essi stessi riconoscano l'importanza di un tale supporto materiale e molte volte sia stata preferita la registrazione scritta anziché quella orale. Tali studiosi compresero che la semplice registrazione non era sufficiente, poiché era necessario accertarsi che la registrazione fosse avvenuta correttamente. Di conseguenza, i ricercatori del hadith accettavano o preferivano le relazioni scritte dagli studiosi, oltre a quelle memorizzate, solo se si conoscevano di questi ultimi una certa abilità e correttezza nei propri scritti.


Questo tema ha rappresentato una delle pratiche preferite da molti Orientalisti che ripetevano costantemente il “fatto” che gli ahadith non siano stati registrati in un primo momento, bensì siano stati trasmessi oralmente per i primi due secoli dopo l'Egira (Calendario Arabo). Pertanto gli ahadith non sarebbero per loro molto più di una tradizione popolare e leggenda trasmessa oralmente, in modo casuale, per molti anni. Questo è un equivoco che si è diffuso largamente tra le persone che si sono basate su una ricerca scarsa e superficiale riguardo al tema. In realtà, questa falsa supposizione e scorretta osservazione, per grazia di Dio, è stata confutata da numerosi studiosi musulmani in più tesi di dottorato sia nel Mondo Musulmano sia presso le Università Occidentali. Tra queste le dissertazioni di Muhammad Mustafa Azami (1967), pubblicato come “Studi nella Prima Letteratura del Hadith”, e Imitiyaz Ahmad “Il Significato della Sunna e Hadith e la loro prima Documentazione”, pubblicato a Edimburgo nel 1974.


La registrazione del hadith del Profeta (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui), ha avuto inizio sin dall'epoca in cui visse il Profeta stesso. Al Baghdadi, infatti, riporta un numero di ahadith che mostrano come il Profeta abbia esplicitamente consentito la registrazione dei suoi ahadith. Ecco alcuni esempi:


1.     Al Daarimi e Abu Dauud nei loro Sunan (raccolte di ahadith) hanno riferito che 'Abdullah ibn 'Amr ibn Al 'As aveva affermato di fare il possibile per annotare ciò che udiva dal Profeta (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui). Qualcuno però gli disse di non scrivere ogni dettaglio, alludendo al fatto che il Profeta era un essere umano e poteva dunque avere momenti di rabbia e altri di felicità. Così 'Abdullah smise di annotare gli ahadith fino a quando non chiese al Profeta a tal proposito.


Il Messaggero di Dio (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) gli disse:


“Scrivi, poiché per Colui nelle cui Mani vi è la mia anima, non è uscito da me nulla se non Verità”[1].


Cioè, nella rabbia o nella felicità, ciò che diceva era comunque verità.


2.     Al Bukhari nel suo Sahih (raccolta di ahadith autentici), ha riportato che Abu Huraira  disse: “Non vi è nessuno dei Compagni che possegga un numero di ahadith maggiore superiore a quanti ne possegga io, tranne 'AbdulAllah Ibn 'Amr, che scriveva mentre io non scrivevo […]”[2].


3.     Al Bukhari ha riportato che una persona giunta dallo Yemen raggiunse il Profeta (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) nel giorno della presa di Mecca e gli chiese se poteva ottenere il suo discorso scritto, e così approvò dicendo:


“Scrivete per Abu Shah”.


4.     Anas narrò il detto: “Legate la sapienza con la scrittura”. Questo hadith è stato riferito da più fonti ma principalmente con catene deboli. C'è controversia sul fatto che se sia stata o meno un'affermazione del Profeta (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) , oppure di qualche Compagno. Tuttavia, secondo Al Albani, il hadith, così come l'ha riportato  Al-Haakim e altri, è autentico[3].


Non c'è dubbio, quindi, che la registrazione del hadith abbia avuto inizio durante la vita del Messaggero di Dio stesso. Questa pratica di registrazione scritta del hadith continuò anche dopo il decesso del Profeta. Al Azami, nella sua opera “Studi nella Prima Letteratura del Hadith”, ha elencato e discusso a proposito di una cinquantina di Compagni del Profeta che registrarono il hadith[4].


Si noti quanto segue:


-        AbdulAllah ibn 'Abbas (3 aH-68 dH)...era così desideroso della conoscenza che poteva arrivare a chiedere fino a trenta Compagni riguardo ad un singolo episodio... Pare che scrivesse ciò che sentiva e perfino anche i suoi servi erano impiegati in tale scopo... In seguito il hadith che deriva da lui giungeva in forma scritta: Ali ibn 'Abdullah ibn 'Abbas, 'Amr ibn Dinar, Al Hakam ibn Miqsam, Ibn Abu Mulaikah, 'Ikrimah ... Kuraib, Mujahid, Najdah ... Sa'iid ibn Jubair[5].


-        Abdullah ibn 'Umar ibn Al Khattab (10 aH.-74 dH.). Ha trasmesso un gran numero di ahadiith, ed era così severo in materia che non permetteva il cambiamento dell'ordine delle parole, anche nel caso non ne alterasse il significato… Aveva dei libri. Un Kitab [libro] che apparteneva ad 'Umar, di cui era in possesso, è stato letto in sua presenza da Nafi' più volte... In seguito il hadith che deriva da lui giungeva in forma scritta:  Jamil ibn Zaid Al Taaìi ... Nafi', Sa'iid ibn Al Jubair, 'Abd Al 'Aziz ibn Marauan, 'Abd Al Malik ibn Marauan, 'UbaidulAllah ibn 'Umar, 'Umar ibn 'UbaidulAllah... [6]


Al Azami inoltre ha redatto un elenco, discutendo di ogni singolo componente:


-        49 persone sono “i successori del primo secolo” che hanno registrato il hadith[7];


-        prosegue elencando 87 “studiosi che coprono la fine del primo e l'inizio del secondo secolo” che hanno registrato il hadith[8].


-        - Poi elenca “studiosi dalla prima metà del secondo secolo” 251 persone che hanno raccolto e registrato il hadith[9].


Così Al Azami ha prodotto un elenco di 437 studiosi che hanno registrato il hadith, tutti che vissero e morirono prima dell'anno 250 dH. Molti di essi tra l'altro sono antecedenti all'epoca di 'Umar ibn 'Abdul 'Aziiz, al quale è stato attribuito erroneamente il merito di essere stata la prima persona a chiedere la raccolta del hadith. La storia di 'Umar ibn 'Abdul 'Aziiz è stata effettivamente fraintesa poiché non indica affatto che nessuno prima di lui non abbia raccolto il hadith[10].


Citando Al Azami, “ Una recente ricerca ha dimostrato che la quasi totalità degli ahadith del Profeta  (che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) fu registrata in forma scritta durante la vita dei Compagni, che si estendeva fino alla fine del primo secolo”. Quest'affermazione si basa in parte sulla ricerca de Al Azami stesso, in cui ha menzionato molti Compagni e Seguaci che possedevano ahadith scritti. Infatti, egli stesso scrive altrove:


“Ho stabilito nella mia tesi di dottorato “Studi nella Prima Letteratura del Hadith” che anche nel primo secolo dopo l'Hijra centinaia di libretti di ahadith erano già in circolazione. Se si aggiungessero altri cento anni, sarebbe difficile enumerare la quantità di opuscoli e libri che erano in circolazione. Anche per la stima più conservativa erano molte migliaia”[11].



Nota:

[1] Ritenuto autentico da Al Albani.  Vedi Muhammad Nasir Al Din Al Albani, Sahiih Sunan Abi Dauud (Riad: Maktab al Tarbiyyah al Arabi li Dual al Khaliij, 1989), vol. 2, pag. 695.

[2]  Ibn Hajar, commentando questo hadith, ha spiegato come Abu Huraira avrebbe comunque narrato molti più ahadith di 'Abdullah ibn 'Amr. Vedi Ibn Hajar, Al Fath, vol. 1, pag. 206-208. Un aspetto che  non menzionò è che Abu Huraira morì circa sedici anni dopo 'Abdullah Ibn 'Amr.

[3] Al Albani, Sahiih Al Jaami' Al Saghiir, vol. 2, pag. 816.

[4] Muhammad Mustafa Al Azami, Studies in Early Hadeeth Literature (Indianapolis, IN: American Trust Publications, 1978), pag. 34-60.

[5] Fonte precedente, pag. 40-42.

[6] Fonte precedente, pag. 45-46.

[7] Fonte precedente, pag. 60-74.

[8] Al Azami, Studies in Early Hadeeth Literature, pag. 74-106.

[9] Fonte precedente , pag. 106-182.

[10]  La storia, così come riportato da Al Bukhari, racconta che è che 'Umar ibn Abdul 'Aziiz (61-101) scrisse ad Abu Bakr ibn Muhammad (morto nel 100 dH) dicendogli: “Osserva ciò che fa parte del hadith del Messaggero di Allah e quindi scrivilo, poiché ho paura per le lezioni di sapienza e lo scomparire dei sapienti. E non accettate nulla se non il hadith del Profeta”. Egli ha inviato lettere a Saa'd ibn Ibrahim e Al Zuhri chiedendo loro di fare lo stesso. È stato erroneamente affermato da alcuni, per esempio M.Z. Siddiqi, che la richiesta di 'Umar abbia dato inizio alle raccolte del hadith.

[11] Al Azami, Studies in Early Hadeeth Literature, pag. 64.


 




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